"Sono passato dalla tua azienda e
ho visto gli schiavi lavorare". Lo dice, in una conversazione
intercettata dai Carabinieri, un conoscente all'imprenditore
agricolo Libero Perugini, titolare dell'omonima azienda agricola
e in carcere da due giorni con accuse di intermediazione
illecita e sfruttamento del lavoro, e false dichiarazioni
all'Inps. L'indagine anticaporalato della Procura e dei
Carabinieri di Foggia lo coinvolge con Giovanni Capocchiano e
Natale De Martino (titolari dell'Ortofrutta De Martino, ai
domiciliari) e 3 'caporali' ricercati, due marocchini e un
guineano. Per l'accusa il guineano è il 'caporale' che reclutava
manodopera per Perugini. In un'altra conversazione, dice
all'imprenditore: "Come facciamo con i conti? Loro non hanno da
mangiare, tu devi cacciare i denari". E Perugini: "Inizi da me,
poi mi abbandoni perché trovi di più da altre parti". Il
guineano: "Non abbandono nessuno, ma quando chiamo padrone per
tre giorni e padrone non risponde, cosa posso fare? Cercare un
altro padrone".
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