Ricorda "gli aghi nelle braccia, le
urla e i pianti di chi chiede aiuto da ogni dove, i medici e gli
infermieri senza volto che soccorrono pazienti e trasportano
cadaveri". E dopo essere sopravvissuto al Coronavirus, dopo 25
giorni nel reparto di terapia intensiva del Policlinico di Bari,
"bloccato in un letto da apparecchi per la ventilazione
forzata", con una lettera aperta invita tutti a "rispettare le
regole per prevenire i contagi". Enrico De Lisotta, barese
62enne, padre e nonno, è tornato a casa il 16 aprile dopo lunghe
giornate trascorse a "soffrire". Dal 24 marzo, giorno in cui è
stato ricoverato perché positivo al Covid-19. "Contagiato dalla
mia povera mamma - racconta - che dopo diversi giorni di
ricovero ci ha lasciato senza che alcun affetto familiare abbia
potuto accompagnarla nel trapasso". Enrico ricorda che "il
timore di non potercela fare" per "un blocco delle capacità del
polmone destro". Poi, la domenica di Pasqua, una dottoressa
risolve il problema aumentando la dose di Eparina.
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