Thriller e western, molto popolare e
molto esigente, tutto in terza persona. 'Terra Alta' (pp 384,
euro 19), il nuovo romanzo di Javier Cercas, è il libro del
rinnovamento e della rinascita. "Una nuova versione di me
stesso. Il risultato della voglia di reinvenzione letteraria e
della psiche" dice all'ANSA lo scrittore spagnolo che sta già
scrivendo un seguito e anche questo è la prima volta che accade.
Una nuova riuscita sfida, pubblicata da Guanda, con cui stasera
apre, in collegamento dalla Spagna, presentato da Diego De
Silva, 'Il Libro Possibile', il Festival di Polignano a Mare
(Bari), primo appuntamento culturale nazionale a svolgersi, fino
all'11 luglio, per la maggior parte in presenza.
"I miei romanzi precedenti sono molto diversi da questo, ma c'è
sempre un elemento thriller nelle mie storie perché amo i libri
che hanno un enigma e qualcuno che vuole decifrarlo. Dopo 'Il
sovrano delle ombre' ho sentito che era finito un percorso
cominciato con 'Soldati di Salamina'. Non potevo più continuare
per questa strada senza diventare un'imitazione di me stesso"
spiega Cercas che con 'Terra Alta' ha vinto il Premio Planeta
2019, il più importante riconoscimento letterario spagnolo e il
più popolare .
Pessimista all'inizio della pandemia per il modo alla "si salvi
chi può" in cui l'Europa ha reagito, lo scrittore ora ha
recuperato un po' di ottimismo. "Non credo che ci sarà un mondo
nuovo, ci sono state situazioni come questa, la Spagnola, e il
mondo non è cambiato. La parola che definisce il nostro presente
è incertezza ed è molto pericolosa politicamente, ma sono un po'
ottimista adesso perchè con il Coronavirus l'Europa ha capito
che o ci salviamo tutti o nessuno e dobbiamo finirla con questa
atroce menzogna dei Paesi del Sud che cantano e ballano e quelli
del Nord che lavorano. Oggi dobbiamo andare verso un'Europa
federale, se facciamo anche solo un passo in più in questa
direzione, è un buon risultato. Il Covid è stato una tomba per
il populismo, se Trump e Bolsonaro sparissero sarebbe una buona
cosa per tutti. Ma gli esseri umani no, non cambieranno, siamo
troppo stupidi. Bisogna essere realisti" dice Cercas che sarà in
Italia a settembre.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA