Ha parlato per sei ore, contestando
punto per punto le accuse che gli muove la Procura di Bari, l'ex
consigliere di Stato Francesco Bellomo. Nell'udienza preliminare
iniziata poco dopo le 10 dinanzi al gup Annachiara Mastrorilli,
Bellomo, difeso dall'avvocato Cataldo Intrieri, ha negato - come
già aveva fatto un anno fa durante l'interrogatorio di garanzia
dopo il suo arresto - di aver maltrattato le tre ex borsiste e
la ricercatrice della sua Scuola di Formazione per la
preparazione al concorso in magistratura 'Diritto e Scienza',
alle quali avrebbe imposto anche dress code. Ha contestato
l'estorsione ad un'altra ex corsista, che secondo l'accusa
avrebbe costretto a lasciare il lavoro in una emittente locale,
e ha contestato l'ipotesi di calunnia e minaccia nei confronti
dell'attuale presidente del Consiglio Giuseppe Conte, all'epoca
vicepresidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia
Amministrativa, e di Concetta Plantamura, rispettivamente ex
presidente ed ex componente della commissione disciplinare
chiamata a pronunciarsi su Bellomo quando nel 2017 fu sottoposto
a procedimento disciplinare, poi destituito.
Dopo di lui ha preso la parola, per dichiarazioni spontanee, il
co-imputato Davide Nalin, l'ex pm di Rovigo accusato di concorso
nei maltrattamenti. Per loro due e per l'avvocato barese Andrea
Irno Consalvo, organizzatore dei corsi all'interno della Scuola,
accusato di false informazioni al pm per aver "taciuto quanto a
sua conoscenza" sui rapporti tra Bellomo e le corsiste, il
procuratore aggiunto Roberto Rossi e la pm Daniela Chimienti
hanno chiesto il rinvio a giudizio. L'udienza è ancora in corso.
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