Una lezione di cinema e di vita
quella che Olivier Assayas, regista francese e figlio d'arte
classe 1955, ha regalato nell'incontro stampa in remoto con il
Festival del Cinema Europeo di Lecce che gli ha conferito
l'Ulivo d'Oro.
Estremamente colto, multilingue, appassionato d'arte,
letteratura e oriente, Assayas, già critico cinematografico (lo
è stato per i Cahiers du Cinéma) e poi autore di film come
SUMMER HOURS, SILS MARIA e PERSONAL SHOPPER, si intrattiene su
tutto e ha anche la sua personale ricetta, lui che sta scrivendo
un film sulla pandemia, sul cinema del futuro. "La crisi del
cinema è stata sicuramente accelerata dal lockdown, ma non
bisogna fare troppa confusione. Sono convinto - ha detto- che,
quando finirà tutto, i giovani torneranno al cinema anche se
forse con modalità diverse. Il cinema insomma dovrà ridefinirsi,
non sarà più come prima. Ci sarà un periodo di reinvenzione
collettiva e individuale".
Per quanto riguarda la creatività la pandemia e il lockdown,
ha spiegato Assayas: "sono stati sicuramente un fattore di
accelerazione della trasformazione contemporanea del mondo. La
gente oggi è in qualche modo più lucida e allo stesso tempo
dipendente dai sistemi di comunicazione moderna. Pensate solo a
questa conferenza stampa su Zoom impensabile solo un anno fa. E
poi - ha aggiunto il regista che parla in perfetto italiano - la
creatività in termini di scrittura, pittura e musica ha avuto
un suo trionfo in questo periodo in cui gli artisti hanno
dedicato più tempo alla loro arte. Ci siamo comunque dovuti
confrontare con qualcosa di sconosciuto, di storicamente inedito
che ha fatto sì che ognuno debba reinventarsi".
Il regista sta attualmente lavorando per la HBO a una serie
tv in otto puntate ispirata al suo IRMA VIP ("l'unica
frustrazione è che non si veda sul grande schermo")
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