Ha rischiato la vita a 12 anni per una
caduta in un parco pubblico. Poi al trauma da caduta con
emorragia all'interno del cranio, si è sommata la positività al
Covid19, riscontrata attraverso il tampone molecolare effettuato
in ospedale, al pediatrico Giovanni XXIII di Bari. Dopo oltre 15
giorni in terapia intensiva, il piccolo paziente è ormai fuori
pericolo ed è stato trasferito nel reparto di malattie infettive
per il prosieguo delle cure. "Il paziente ha avuto subito
bisogno di ventilazione meccanica e monitoraggio neurologico con
protezione cerebrale in quanto, dopo la valutazione
neurochirurgica, non è stata indicata la strada
dell'intervento", spiega il dottore Leonardo Milella, direttore
dell'unità operativa di anestesia e rianimazione dell'ospedale
pediatrico, con 4 posti letto riservati ai pazienti Covid. Nei
giorni seguenti c'è stato un peggioramento della polmonite
bilaterale e del quadro neurologico. "L'utilizzo dell'eparina a
dosaggi elevati - aggiunge Milella - era molto rischioso per la
presenza di emorragia subdurale. Abbiamo praticato questo
trattamento in modo estremamente cautelativo, con una
ventilazione meccanica dedicata e un monitoraggio giornaliero di
Tac e risonanza magnetica. In cinque giorni c'è stato un
miglioramento sostanziale dello stato di sofferenza cerebrale e
neurologica e il paziente è stato estubato e sottoposto per
altri cinque giorni a ventilazione non invasiva. È stato un
grande lavoro di squadra coordinato da professionalità mediche
diverse - conclude Milella - ma voglio ringraziare in
particolare gli infermieri che nelle ore più drammatiche hanno
assistito alla corretta ventilazione del bambino anche di
notte". "Dopo che nei primi mesi i bambini malati di Covid erano
stati davvero casi eccezionali, in questa seconda ondata,
abbiamo regolarmente tra 5 e 10 bambini o ragazzi ricoverati,
con manifestazioni diverse di malattia e gravità variabile",
spiega la dottoressa Desirée Caselli, direttrice del reparto di
malattie infettive dell'ospedale pediatrico. "Complessivamente
abbiamo trattato oltre 50 pazienti - conclude la dottoressa
Caselli - alcuni trovati positivi al tampone molecolare al
momento del ricovero per motivi non legati al Covid. Positività
che potremmo definire inattese".
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