I pm del Tribunale di Taranto,
Mariano Buccoliero e Remo Epifani, hanno notificato l'avviso di
conclusione delle indagini nei confronti dell'ex direttore dello
stabilimento siderurgico di Taranto Luigi Capogrosso e di altri
8 dirigenti accusati di omicidio colposo in relazione alla morte
di Lorenzo Zaratta, detto Lollo, un bambino di 5 anni, avvenuta
il 30 luglio del 2014 a causa di un tumore al cervello che gli
era stato diagnosticato a soli 3 mesi dalla nascita. Il bimbo
era diventato il simbolo della lotta all'inquinamento dal 17
agosto del 2012 quando il padre Mauro salì sul palco durante una
manifestazione contro l'inquinamento nel capoluogo ionico,
mostrò la gigantografia del figlio intubato e raccontò il dramma
che stava vivendo.
Gli altri dirigenti indagati sono Marco Adelmi, Angelo
Cavallo, Ivan Di Maggio, Salvatore D'Alò, Salvatore De Felice,
Giancarlo Quaranta, Giovanni Valentino e Giuseppe Perrelli.
Secondo l'accusa, avrebbero consentito "la dispersione di
polveri e sostanze nocive provenienti dalle lavorazioni delle
Aree: Parchi Minerali, Cokerie, Agglomerato, Acciaierie e
Gestione Rottami Ferrosi dello stabilimento siderurgico". Così,
"omettendo l'adozione delle misure di prevenzione contro gli
infortuni sul lavoro e malattie professionali" avrebbero
provocato "una grave malattia neurologica al piccolo Lorenzo
Zaratta che assumeva le sostanze velenose durante il periodo in
cui era allo stato fetale", sviluppando una "malattia
neoplastica che lo conduceva a morte".
La famiglia Zaratta, assistita dall'avvocato Leonardo La
Porta, commissionò l'analisi di alcuni campioni organici da cui
risultò che nel cervello di Lorenzo c'erano "numerosi corpi
estranei" di natura metallica e ceramica, in particolare tracce
di ferro, acciaio, zinco, silicio e persino alluminio. La mamma
di Lollo, durante la gravidanza, lavorava nel rione Tamburi.
Secondo i consulenti di parte, "solo vivere e lavorare" in quel
quartiere, a ridosso del Siderurgico, ha conferito, alla
nascita, un rischio aumentato di sviluppare cancro, e in
particolare cancro al cervello" che si è materializzato nella
"abnorme presenza di particelle potenzialmente tossiche nei
tessuti".
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