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Truffa fornitura mascherine e camici, sei arresti a Taranto

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Truffa fornitura mascherine e camici, sei arresti a Taranto

Dpi da Turchia e Cina destinati a protezione civile Lazio

TARANTO, 17 marzo 2021, 12:45

Redazione ANSA

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Truffa fornitura mascherine e camici, 6 arresti a Taranto - RIPRODUZIONE RISERVATA

Truffa fornitura mascherine e camici, 6 arresti a Taranto - RIPRODUZIONE RISERVATA
Truffa fornitura mascherine e camici, 6 arresti a Taranto - RIPRODUZIONE RISERVATA

Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Taranto hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di sei persone accusate di associazione per delinquere finalizzata alle truffe per le forniture di dispositivi di protezione individuale (camici, tute e mascherine) provenienti da Turchia e Cina, risultati non conformi ai requisiti di legge, nei confronti della Protezione Civile del Lazio e di altre imprese, riciclaggio e autoriciclaggio. E' stato inoltre disposto il sequestro preventivo dei proventi illeciti di circa 4 mln di euro. Le misure restrittive sono state firmate dal gip Benedetto Ruberto su richiesta del procuratore aggiunto Maurizio Carbone e del sostituto Antonio Natale. Nelle fasi più critiche della prima ondata pandemica, una società di Taranto facente capo a uno degli indagati si era proposta di fornire Dispositivi di protezione all'Ente Protezione Civile Lazio necessari per far fronte al rischio di contagio. A fronte dei contratti sottoscritti, l'impresa, che fino al mese di marzo 2020 era attiva soltanto nel settore del commercio di integratori alimentari, ha prima - secondo la tesi investigativa - fornito documenti rilasciati da enti non rientranti tra gli organismi autorizzati e successivamente, per superare le criticità emerse durante le procedure di sdoganamento della merce proveniente dall'estero, ha prodotto falsi certificati di conformità.
    Le indagini, condotte con il supporto del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e dell'Unità di Informazione Finanziaria (Uif), hanno permesso di bloccare il pagamento a saldo di 25 mln dell'intera fornitura da parte della Protezione Civile. I proventi illecitamente conseguiti sarebbero stati riciclati in altre attività illecite e anche trasferiti su conti esteri
   

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