"Credo che la musica renda bello tutto, renda bello il mondo. Tutti i miei film, più di 50, sono musical, ma la musica si deve usare nella forma corretta. Sono stanco dei film dove la musica accompagna ogni gesto, arrivando a una esagerazione. La musica è anche rumore, silenzio". Il regista spagnolo Carlos Saura è il protagonista della prima master class del Bif&st 2021, il Bari international film festival, nel teatro Petruzzelli di Bari, dopo la proiezione del suo "¡Ay, Carmela!". Con lui, sul palco, il direttore della fotografia, "fotografo del cinema" come si definisce, tre volte premio Oscar, Vittorio Storaro, che con Saura ha lavorato a sette film "e un altro - rivela - è in preparazione". Al Bif&st presentano il loro ultimo lavoro insieme, "El rey de todo el mundo".
Durante la master class, i due hanno raccontato la genesi della loro collaborazione artistica e la loro idea di cinema, di "senso del movimento del tempo sul movimento della luce" ha spiegato Storaro, mentre il regista dal palco, con la macchina fotografica al collo, scattava foto verso il pubblico. "Se Carlos scrive con la macchina da presa - ha detto Storato - , io ho sempre cercato di scrivere con la luce. Con il cinema di Carlos ho aumentato la mia conoscenza della arti, musica, canto, ballo, scoprendo quel senso del ritmo che la luce deve accompagnare. E il viaggio non è ancora finito". Sollecitato sul tema del digitale, che sta soppiantando i film su pellicola, Storaro ha detto: "La parola progresso non possiamo fermarla.
Dobbiamo entrare nel mondo digitale, cercare di capirlo e magari migliorarlo".
Saura riceverà questa sera il Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence. A Storaro il premio speciale Bif&st Autore della fotografia.
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