"La lesione del crogiolo che ha interessato Afo 4 (dello stabilimento siderurgico ex Ilva, ndr) circa un anno fa e che ha richiesto interventi mirati, si è ripresentata. Al tempo Usb Taranto aveva sospetti circa la possibilità che i lavori posti in essere fossero unicamente mirati a tamponare, e non a risolvere definitivamente il problema. Oggi abbiamo la conferma di questo e del fatto che unico obiettivo già al tempo di ArcelorMittal fosse quello di tirare avanti per poi man mano lasciar morire lo stabilimento tarantino". Lo sottolinea il coordinamento provinciale Usb di Taranto, aggiungendo che si tratta di "una situazione a dir poco preoccupante se si pensa che Afo 2 è a fine campagna, quindi da fermare e Afo 1 va incontro alla stessa sorte, e che proprio Afo 4, in quanto più giovane, è quello che avrebbe dovuto garantire la continuità dell'attività. Inoltre anche le fermate di Afo 1 e Afo 2, per problemi tecnici sulle tubazioni di gas, sono determinate da mancati investimenti di manutenzione".
L'organizzazione sindacale riferisce inoltre che "negli ultimi sette/dieci giorni sono saliti a dieci i licenziamenti di dipendenti sui quali si fa ricadere la responsabilità di danni agli impianti. Le condizioni attuali della fabbrica non consentono di attendere un giorno in più: l'intervento dello Stato deve essere tempestivo, questa volta non per sostenere economicamente la multinazionale o per coprire la continua richiesta di cassa integrazione, ma per bloccare una gestione che è del tutto fuori controllo".
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