Innovazione, sviluppo sostenibile e
formazione sono le parole d'ordine dell'imprenditoria italiana
post Covid-19, al centro della tappa pugliese di "Imprenditori
d'Italia", il roadshow di incontri organizzato da Ernst&Young,
leader mondiale dei servizi professionali per le aziende, in
corso a Bari.
Nel corso dell'evento sono stati presentati i risultati
dell'analisi condotta da EY, in collaborazione con Luiss
Business School, sull'attrattività e le opportunità di sviluppo
dei principali distretti industriali della regione Puglia.
"Siamo fieri di essere qui per riconoscere e valorizzare le
realtà pugliesi che sono state in grado di affrontare la fase
pandemica dimostrando lungimiranza, resilienza e innovazione -
dice Flavio Deveglia, Partner EY e responsabile ufficio EY di
Bari - . I dati ritraggono una regione pugliese forte dei propri
settori di eccellenza tra cui figura il tessile, l'abbigliamento
e il calzaturiero, l'agribusiness e il farmaceutico, di più
recente sviluppo ma con forti potenzialità di crescita. Per far
sì che la regione riesca ad accelerare la propria crescita,
anche grazie alle risorse europee in arrivo, è fondamentale
puntare all'innovazione quale driver di crescita e di
attrattività degli investimenti, incrementando i progetti di
formazione e di sviluppo di competenze e sostenendo iniziative
all'avanguardia in ambito di sostenibilità ambientale e di
economia circolare".
Dai dati della ricerca emerge che l'impatto del Covid-19 ha
comportato nel 2020 un forte calo delle esportazioni delle
aziende pugliesi, che ha interessato tutti i comparti ad
eccezione dell'alimentare e delle utilities, diminuite
complessivamente del 9,4% rispetto al 2019, in linea con il calo
dalla media nazionale (-9,7%) ma meno forte rispetto alla media
delle altre regioni del Sud (-13,7%). La riduzione delle vendite
ha riguardato sia i Paesi UE (-8,3%) sia quelli extra-UE
(-10,7%). I dati rivelano inoltre che la filiera del Tac pesa
circa il 9% del totale del settore manifatturiero regionale con
un fatturato annuo superiore ai 2 miliardi e con il 7% di
capacità esportativa; l'agribusiness costituisce circa il 25%
del fatturato del settore manifatturiero, assorbe il 17,5% della
forza lavoro e vanta esportazioni regionali (22%) superiori ad
altre regioni del Paese; il comparto farmaceutico è cresciuto
durante la pandemia arrivando a 700 addetti diretti e 1000 nel
settore dei fornitori.
All'iniziativa hanno portato la propria testimonianza alcune
delle imprese del territorio, coinvolte in dibattiti su
valorizzazione del Made in Italy, Pnrr e innovazione.
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