Avrebbe truffato persone fragili
millantando doti divinatorie e mettendo in atto raggiri che le
hanno fruttato almeno 4 milioni di euro. Con queste accuse il
pm della procura di Brindisi Luca Miceli ha chiesto la condanna
a dieci anni di reclusione per la finta veggente di Brindisi
Paola Catanzaro, diventata showgirl con il nome di Sveva
Cardinale. A processo con lei ci sono il marito Francesco
Rizzo, per il quale il pm ha chiesto sette anni di reclusione,
sei anni e sei mesi per la sorella Giuseppina Catanzaro, sei
anni e sei mesi per Giuseppe Conte, quattro anni a testa per le
sorelle Anna e Stefania Casciaro, due anni per Lucia Borrelli e
Anna Picoco. I sette rispondono a vario titolo di avre fatto
parte di una associazione per delinquere nell'ambito del quale a
Paola Catanzaro (già Paolo, alias "il mistico" e poi Sveva
Cardinale) viene dato il ruolo di promotore, capo e
organizzatore del sodalizio con compiti di decisione,
pianificazione e di individuazione delle vittime. Poi c'è la
truffa, che avrebbe consentito a Paola di incassare "grosse
somme di denaro", almeno 4 milioni di euro in totale, per
evitare disgrazie varie o per finanziare "la diffusione del
messaggio evangelico".
A Catanzaro viene anche contestata l'evasione fiscale: non
avrebbe dichiarato elementi attivi di reddito per complessivi
200mila euro, evadendo così le imposte dirette per circa 80mila
euro. Insieme al marito avrebbe poi compiuto azioni tali da
"rendere in parte inefficace la procedura di riscossione
coattiva su una polizza di importo di 44mila euro". Le parti
civili hanno chiesto un risarcimento per complessivi sei milioni
di euro.
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