È durato poco più di un'ora e mezza
l'interrogatorio di garanzia di Rosalba Livrerio Bisceglia,
l'imprenditrice agricola foggiana e moglie dell'ex capo del
dipartimento per le libertà civili e l'Immigrazione per il
Viminale, Michele di Bari, indagata nell'inchiesta sul
caporalato che lo scorso 10 dicembre ha portato all'arresto di
cinque persone. La donna, che è sottoposta alla misura cautelare
dell'obbligo di firma, è comparsa insieme ad altri otto indagati
(gli altri saranno ascoltati nella giornata di domani) davanti
al Gip del Tribunale di Foggia Margherita Grippo.
"La Bisceglia ha chiarito tutto abbiamo anche documentato
tutto dal nostro punto di vista", ha commentato il legale della
donna Gianluca Ursitti. Alla domanda dei cronisti su quale
documentazione abbiano prodotto davanti al Gip, l'avvocato ha
replicato: "Non entriamo nel merito della documentazione
prodotta. Per noi è andato bene - ha aggiunto - abbiamo
dimostrato che la nostra azienda era in regola. Ci riserviamo
di fare istanza di revoca della misura cautelare". L'inchiesta
dei carabinieri, coordinati dalla procura dauna, conta 16
indagati: due persone, i presunti caporali, sono in carcere,
altre 3 ai domiciliari, e 11 a piede libero, tra cui Rosalba
Livrerio Bisceglia. Inoltre 10 aziende del territorio foggiano
sono state sottoposte a controllo giudiziario. Secondo l'accusa
i due caporali, un gambiano ed un senegalese reclutavano per
nome e per conto delle imprese foggiane manodopera straniera
tra i migranti che vivono nel ghetto di Borgo Mezzanone, il più
grande insediamento abusivo sorto alle porte di Foggia. Gli
stessi venivano sottopagati ed erano anche costretti a versare
al caporale 5 euro per il trasporto sul luogo di lavoro e 5 euro
per l'intermediazione.
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