Ha negato di essere l'autore del
furto nella Basilica di San Nicola a Bari, commesso la notte tra
il 21 e il 22 marzo scorsi, il 48enne tunisino Farid Hanzouti,
in stato di fermo in carcere da due giorni con l'accusa di furto
con scasso, aggravato dall'aver violato un luogo di culto. Nel
colpo, oltre agli spiccioli delle offerte, sono stati rubati un
anello di oro, l'evangeliario con le tre sfere d'argento e un
medaglione contenente una fiala della sacra manna, strappati
dalle mani della statua del santo. Alla identificazione del
48enne i poliziotti sono arrivati grazie alle immagini delle
telecamere che hanno immortalato il ladro in sella ad una
bicicletta all'esterno della Basilica e mentre scavalcava la
grata accanto alla torre campanaria, dove c'era anche una sua
impronta digitale. Nel casolare dove si nascondeva, poi, gli
agenti hanno trovato banconote per complessivi 1.750 euro,
ritenute il guadagno della vendita degli oggetti sacri, e tra le
altre cose un anello con scritte in cirillico.
Comparso dinanzi alla gip del Tribunale di Bari Antonella
Cafagna per l'udienza di convalida del fermo, Farid Hanzouti,
assistito dall'avvocato Maurizio Rogliero, ha respinto le
accuse. "Non sono io l'uomo ripreso dalle telecamere la notte
del furto" ha detto alla giudice. L'impronta l'ha giustificata
spiegando che frequenta spesso la Basilica per chiedere cibo e
aiuti. Quanto al denaro trovato nel casolare, ha spiegato che
deriva dalla sua attività occasionale di parcheggiatore abusivo,
mentre gli altri oggetti ha detto che non gli appartengono
perché "quel luogo è frequentato anche da altri senza tetto". Il
difensore ha chiesto che il 48enne sia rimesso in libertà. La pm
che coordina l'indagine sul furto, Angela Maria Morea, ha
insistito per il carcere. La gip si è riservata e deciderà nella
prossime ore.
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