"Le immagini della guerra che vengono
dall'Ucraina sono troppo forti per essere riproducibili, per
essere simulate. Sarebbe una sfida troppo grande per qualsiasi
regista. Certo ci saranno molti film nel futuro che vorranno
raccontare quello che sta succedendo così vicino a noi, ma se
fosse per me metterei mano a una storia molto forte, ma non
tenterei mai di raccontare questa guerra con immagini". Così
stamani, in collegamento dalla sua casa, il premio Oscar
Giuseppe Tornatore ha chiuso l'incontro stampa al Petruzzelli di
Bari dopo la proiezione del suo ENNIO. Ovvero quel
piccolo-grande docu-ritratto a tutto tondo di Ennio Morricone,
già fuori concorso al Festival di Venezia.
E ancora sulla guerra. dice il regista di NUOVO CINEMA
PARADISO:"Rispetto a quelle del passato ci sono tantissime
immagini in diretta, e non, di questo conflitto. Non come
regista, ma come semplice cittadino sono davvero indignato di
quello che sta accadendo e, soprattutto, che tutto questo sia
potuto accadere nonostante il progresso e la civiltà del nostro
mondo".
Per quanto riguarda ENNIO, risultato di una lunghissima
intervista a Morricone e di oltre settanta testimonianze sul
musicista, dice ancora Tornatore: "Ho immaginato che il film,
dal punto di vista dello stile, dovesse rapportarsi alla
musica, essere come schiavo della musica di Morricone. Ovvero
che tutto l'impianto visivo venisse al seguito delle leggi della
partitura musicale".
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