"In questo momento drammatico della
storia, in cui l'uso delle armi sta sfiorando il punto di non
ritorno, risuona ancor più profetico l'appello di don Tonino
Bello: 'La pace non è tanto un valore da promuovere, ma una
persona da seguire: la stessa persona di Gesù. Per questo,
nonostante viviamo una esperienza frammentata di pace,
scommettere su di essa significa scommettere sull'uomo. Anzi,
sull'uomo nuovo. Su Cristo: egli è la nostra Pace. E lui non
delude'. La pace per don Tonino è dentro di noi, è Gesù. Bisogna
solo darli spazio. E lui indicò la strada per farlo". È la
riflessione del direttore di Famiglia Cristiana, don Stefano
Stimamiglio, durante la tavola rotonda 'Pace e disarmo: don
Tonino Bello profeta inascoltato' organizzata ad Alessano
(Lecce), nel Salento, in occasione dei 90 anni della rivista.
Durante il dibattito è stato approfondita la pericolosa
escalation tra superpotenze innescato dalla guerra in Ucraina e
i conflitti dimenticati nel mondo - 169 nel 2020 per un totale
di 81.447 vittime secondo il 'Conflict data program'
dell'Università svedese di Uppsala.
Dopo i saluti del sindaco di Alessano, Osvaldo Stendardo, e
di Stefano Bello, nipote di don Tonino, due contributi da Kiev:
la video testimonianza di Alberto Capannini, responsabile
'Operazione Colomba', corpo nonviolento di pace della Comunità
Papa Giovanni XXIII, e quella di don Renato Sacco, che in questi
giorni si trova nella capitale ucraina con la delegazione di Pax
Christi per portare aiuti umanitari e promuovere una campagna di
sostegno agli obiettori di coscienza russi e ucraini e che nel
1992 partecipò con don Tonino alla marcia della pace a Sarajevo
durante la guerra nei Balcani.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA