Il Consiglio di Stato ha sbloccato
l'iter per il dragaggio dei fondali del porto di Barletta, nei
pressi dell'imboccatura dello scalo marittimo. A breve
l'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale
(AdSPMAM) procederà, quindi, alla stipula del contratto e alla
consegna dei lavori. L'appalto dal 6 milioni di euro consiste
nel dragaggio manutentivo, sino al raggiungimento della quota
preesistente di otto metri rispetto al livello del mare,
garantendo l'accesso in porto anche a navi con stazza di 10.000
tonnellate. Lo specchio acqueo interessato ha una superficie di
9,2 ettari, in cui è previsto il dragaggio del sedimento di
circa 84.000 metri cubi.
I giudici di Palazzo Spada si sono pronunciati sulla decisione
del Tar Puglia che aveva dato ragione ad un'impresa partecipante
alla gara, che aveva impugnato la determina di aggiudicazione
dei lavori in favore dell'Ati composta dalla capogruppo
mandataria Nuova Oceanus Orca srl (di Trani) e dalla mandante
Impresa Lavori Marittimi Ancona - Ilma srl. L'Ati
aggiudicataria, quindi, aveva proposto appello al Consiglio di
Stato nel quale si è costituita l'AdSPMAM. I giudici
dell'appello hanno, quindi, riformato la sentenza del Tar. Già
nei prossimi giorni - è detto in una nota - sarà firmato il
contratto, con la consegna del cantiere per l'avvio dei lavori.
"Siamo stati costretti a rimandare di un anno l'avvio dei
lavori, un'opera che Barletta aspettava da tempo e che
finalmente possiamo cantierizzare" - commenta il presidente di
AdSPMAM, Ugo Patroni Griffi -. Il Consiglio di Stato "ha
certificato la legittimità e la piena correttezza delle nostre
procedure. I lavori ci consentiranno di migliorare la sicurezza
nella navigazione e l'operatività del bacino portuale,
moltiplicando significativamente le attività commerciali". "Una
volta completata l'opera - conclude - lo scalo sarà dotato di un
nuovo e
importante appeal commerciale che certamente avrà ricadute
economiche notevoli per l' economia di tutto il territorio".
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