"Per anni ho chiesto a mio padre di
portarmi a visitare il suo Paese, ma lui non ha mai voluto,
soprattutto dopo che ho iniziato a fare l'attrice. Era per
proteggermi, aveva paura che potesse succedere qualcosa.
Finalmente a ventisette anni sono riuscita ad andare a conoscere
la mia famiglia d'origine e ho scoperto un paese meraviglioso,
dove le persone sono molto colte e libere, almeno quando sono
tra le mura delle loro case". Così al Petruzzelli di Bari Maya
Sansa, nell'omaggio del Bif&st al cinema iraniano. E ancora
l'attrice sul palcoscenico che ha condiviso con Marco Bellocchio
e Hassan Nazer regista iraniano di WINNERS: "Credo si debba
continuare a sostenere le proteste in atto in Iran soprattutto
utilizzando i social, gli hashtag, citando i nomi e le parole
chiave più popolari finché i Guardiani della Rivoluzione non
verranno finalmente riconosciuti come terroristi".
Il tributo che il Bif&st 2023 ha voluto riservare al cinema
iraniano era iniziato il 27 marzo al Teatro Piccinni con una
affollatissima proiezione di IL CERCHIO (2000) di Jafar Panahi.
Sempre al Petruzzelli, poi, la proiezione di LEILA E I SUOI
FRATELLI (2022) di Saeed Roustaee, Premio Fipresci all'ultimo
Festival di Cannes. Il regista sarebbe dovuto essere a Bari ma
non ha avuto il permesso di uscire dal paese. Senza passaporto
anche Jafar Panahi che era stato anche lui invitato al Festival
per ritirare il Federico Fellini Platinum Award, a lui conferito
quest'anno, e che stasera al Petruzzelli gli verrà consegnato
'virtualmente' da Volker Schlöndorff.
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