Per vendicare un presunto tradimento
subito dalla figlia 13enne da parte di una coetanea, l'11
settembre di due anni fa avrebbe sparato, in compagnia di un
complice, alcuni colpi di pistola contro l'abitazione della
ragazzina con cui la figlia aveva avuto una relazione. Al
momento dell'agguato la giovane era in casa con la madre, la
sorellina, il fratellino e una conoscente. I proiettili
raggiunsero l'interno dell'appartamento e si conficcarono nel
soffitto senza ferire nessuno. Per questo il padre dell'allora
13enne e il suo presunto complice, entrambi della provincia di
Bari, sono stati arrestati dai carabinieri con le accuse,
contestate a vario titolo, di tentato omicidio aggravato
dall'utilizzo del metodo mafioso e dai futili motivi, e porto e
detenzione illegale di armi.
Il padre della 13enne, che oggi ha 39 anni, fu condannato nel
2014 per associazione di stampo mafioso. L'ipotesi della
vendetta - secondo quanto evidenziano i carabinieri - sarebbe
confermata dalle chat ritrovate sul cellulare della ragazzina
vittima dell'agguato e dalle dichiarazioni rese da un
collaboratore di giustizia.
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