"La percentuale di disuguaglianze
ereditate in Italia è tra le più alte in Occidente. Le
disuguaglianze ereditate, cioè quelle derivanti da fattori come
il colore della pelle, il genere e la famiglia di appartenenza,
costituiscono un freno allo sviluppo delle persone, delle
famiglie e dell'economia. E questo dato è peggiore nel
Mezzogiorno, che ha bassa crescita, alta disuguaglianza e la più
alta incidenza di fattori ereditari". Lo ha detto il direttore
del dipartimento di Economia e finanza dell'Università di Bari,
Vito Peragine, a margine della presentazione delle due giornate
della conferenza internazionale sulle disuguaglianze 'Equality
of opportunity and Intergenerational mobility. A global
perspective', organizzata dal dipartimento barese in partnership
con la London School of Economics.
L'occasione è stata utile anche per presentare il primo
database internazionale in cui si presentano le stime sulle
disuguaglianze e le opportunità in circa 80 Paesi nel mondo.
"Questo database - ha aggiunto Peragine - è frutto di un lavoro
decennale fatto da un gruppo di ricercatori dell'Università di
Bari, della London School of Economics e della Banca mondiale.
Si focalizza proprio sulle disuguaglianze ereditate, che
rappresentano circa il 40-50% delle disuguaglianze totali. È
difficile pensare a un'economia che si sviluppi in maniera
duratura se non ci sono opportunità distribuite in maniera equa.
E infatti l'Italia negli ultimi 20 anni non è cresciuta".
In questa due giorni sono previsti gli interventi di 100
esperti di disuguaglianze provenienti dalle più rinomate
università del mondo per presentare le ultime ricerche su
disuguaglianze economiche sociali, territoriali e lanciare idee
ai grandi del G7. Il meeting dei leader mondiali si terrà
proprio in Puglia dal 13 al 15 giugno.
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