Gasolio agricolo chiamato "vino
rosso". Rifornimenti agevolati ottenuti senza averne i
requisiti. Da un lato due imprenditori che avrebbero fornito
carburante a prezzi agevolati a chi non ne aveva diritto.
Dall'altro, rappresentanti delle forze dello ordine che
avrebbero fatto il pieno alle loro auto con gasolio agricolo
indebitamente. Per questo due imprenditori di Canosa di Puglia,
nel nord Barese, titolari di depositi di carburanti per auto,
sono finiti agli arresti domiciliari mentre sono interdetti dai
pubblici uffici per sei mesi un carabiniere e un poliziotto,
entrambi in servizio a Canosa, e un finanziere operativo a
Barletta che avrebbero beneficiato delle agevolazioni senza
averne i requisiti e per le loro auto private. Per tutti, le
accuse contestate a vario titolo sono corruzione e sottrazione
all'accertamento delle accise.
Stando a quanto emerso, i rappresentanti delle forze
dell'ordine e di polizia non avrebbero "ottemperato all'obbligo
giuridico di comunicare all'Autorità giudiziaria gli illeciti
commessi dagli imprenditori" in quanto avrebbe "fruito
indebitamente della cessione agevolata di gasolio a cui non
avevano diritto con contestuale evasione delle accise", spiegano
i finanzieri del nucleo di polizia di polizia economico
finanziaria di Barletta che si sono avvalsi della collaborazione
della questura e del comando provinciale carabinieri della Bat.
Secondo gli accertamenti investigativi, coordinati dalla
Procura di Trani, "i pubblici ufficiali" avrebbero ottenuto il
gasolio agricolo da usare per le proprie auto. E avrebbero agito
con consapevolezza visto che usavano linguaggio criptico per
chiedere il gasolio.
"Venerdì dovrei avere un po' di vino rosso", avrebbe detto
uno dei due imprenditori arrestati a qualcuno dei pubblici
ufficiali che avrebbe risposto: "verrò a fare una bella bevuta
allora". Anche altri militari e agenti hanno ricevuto un avviso
di garanzia ma, nei loro confronti il giudice per le indagini
preliminari, Lidia Corvino non ha adottato misure restrittive.
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