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In evidenza
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In collaborazione con Università di Bari
"Abbiamo trovato tracce di fluidi
supercritici nel sistema geotermico
esumato dell'Isola d'Elba orientale mediante lo studio di
micro-gocce di
fluidi intrappolati dentro cristalli di quarzo associati ad
ematite e
magnetite, che si sono formati in un antico serbatoio geotermico
circa
5,5 milioni di anni fa per l'interazione tra il fluido
geotermico e la
roccia serbatoio. Queste ricerche ci hanno permesso, anche, di
definire un protocollo di indagini geologiche da applicare
durante la fase di
esplorazione geotermica". Lo annuncia Andrea Brogi, docente e
ricercatore del dipartimento di Scienze della Terra e
Geoambientali dell'Università di Bari, alla vigilia del
congresso nazionale congiunto della Società Geologica Italiana e
Società Italiana di Mineralogia e Petrologia, in programma a
Bari nella prima settimana di settembre.
"Questo - aggiunge Brogi - contribuisce alla riduzione del
rischio minerario (riduce il rischio di sbagliare la
perforazione che costa molti soldi) in quelle aree
potenzialmente promettenti per l'individuazione e l'utilizzo
della risorsa geotermica ad alta temperatura, per scopi
elettrici, ed a bassa temperatura, per scopi termici
(riscaldamento di abitazioni, uffici)".
"Quello che abbiamo svolto - conclude Brogi - e che verrà in
parte presentato al congresso, riguarda lo studio delle faglie
(fratture che hanno interessato la crosta terrestre) e la loro
capacità di veicolare e contenere fluidi geotermici, andando
così a definire i condotti della circolazione dei fluidi in
profondità ed i volumi laddove questi vengono immagazzinati
(serbatoi)".
In collaborazione con Università di Bari
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