Come garantire un uso responsabile,
equo e giusto dell'intelligenza artificiale e delle nuove
tecnologie disponibili, evitando il rischio di disuguaglianze e
discriminazioni in termini di accesso e utilizzo vantaggioso. Se
ne è parlato oggi a Bari nel convegno 'Futuri possibili. Come
l'intelligenza artificiale cambierà il mondo del lavoro',
organizzato dalla Uil. Presenti, fra gli altri, Francesco Maria
Gennaro, della segreteria generale nazionale della Uil, il
segretario generale della Uil Puglia Gianni Ricci, il presidente
della fondazione Nenni, Claudio Martelli e Fabio Piacenti,
presidente di Eures.
"L'intelligenza artificiale - ha spiegato Gennaro - può
essere utile se riusciremo a veicolarla portando
all'integrazione tra l'ingegno umano e il lavoro di ausilio
della macchina, al fine di redistribuire il surplus della
ricchezza che inevitabilmente produrrà. Pensiamo che ci siano
limiti e opportunità, ma la trasformazione che l'intelligenza
artificiale sta compiendo è ampia e pervasiva. Va approfondita,
capita, non possiamo ignorarla".
Ricci ha ricordato che "come Uil stiamo lavorando già da
qualche mese con un comitato scientifico per comprendere come
muoverci. A oggi risulta che il 26% delle aziende italiane
utilizza l'intelligenza artificiale che ha già modificato i
processi produttivi e anche i rapporti sindacali".
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