Il team di ricerca dell'unità 'Cancer
Stem Cells' dell'Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San
Giovanni Rotondo (Foggia) ha identificato un insieme di batteri
intestinali la cui presenza contraddistingue i casi di tumore al
colon-retto in cui si ha una mutazione del gene Braf (V600E),
mutazione che dà luogo a forme tumorali con prognosi più
infausta e che meno rispondono alle terapie. Questa mutazione si
verifica nel 10% circa dei casi di tumore al colon-retto e nei
pazienti metastatici. Lo studio - si evidenzia in una nota -
apre dunque alla possibilità di diagnosi precoce di un tumore
molto diffuso. Il carcinoma al colon-retto (CRC) è infatti la
terza tipologia di tumore più diffusa ed una delle principali
cause di morte per cancro.
Lo studio, fa sapere l'istituto, è stato pubblicato sulla
rivista 'Journal of Experimental & Clinical Cancer Research'. Il
team di ricerca coordinato da Elena Binda, responsabile della
unità 'Cancer Stem Cells' ha identificato una "firma" del
microbiota che contraddistingue il tumore al colon-retto
definito dalla mutazione del gene Braf (V600E). Il microbiota,
l'insieme cioè dei batteri che colonizzano l'intestino, sembra
influire sul rischio di ammalarsi di tumore, nello specifico,
anche del tumore al colon-retto, e anche sulla risposta ai
farmaci. L'espansione di alcuni microrganismi "cattivi" può,
infatti, forgiare il sistema infiammatorio e immunitario, e
favorire la crescita incontrollata delle cellule, favorendo la
promozione e la progressione del cancro.
"In questo studio abbiamo inizialmente messo a punto un nuovo
modello sperimentale innovativo, tramite iniezione delle cellule
che causano l'insorgenza dei CRC BRAFV600E, ossia le cellule
staminali maligne trasformate (CSCs)", spiega la biologa Binda.
E' stata cioè identificata in un modello sperimentale la
presenza di un gruppo distinto di batteri intestinali, laddove
era presente la mutazione Braf.
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