"La dieta mediterranea allunga la
vita di 9 anni". E' il risultato di uno studio dell'Irccs
'Saverio de Bellis' di Castellana Grotte (Bari) avviato 35 anni
fa su 5000 pugliesi. La ricerca, pubblicata su 'International
Journal of Epidemiology', "per la prima volta - informa una nota
dell'ospedale - quantifica scientificamente l'aspettativa di
vita legata al noto regime alimentare, grazie a un lungo studio
su due gruppi di popolazione di Castellana Grotte e Putignano",
città nel Barese.
Finora gran parte della ricerca sul tema si è concentrata
sullo studio della maggiore o minore probabilità del verificarsi
di alcuni eventi avversi per la salute, dalla mortalità generica
alle malattie cardiovascolari, dalla probabilità di ammalarsi di
tumori alle malattie neurodegenerative. Partendo da queste
evidenze scientifiche, il gruppo di ricerca del de Bellis -
capogruppo Alberto Ruben Osella, primo autore Angelo Campanella
- si è posto però un'altra domanda: accertato ormai che la dieta
mediterranea ha effetti positivi sulla salute, di quanto allunga
la vita?
"Il nostro lavoro - spiega il direttore scientifico
dell'Irccs, Gianluigi Giannelli - ha coinvolto ben 5.152
partecipanti a due studi di popolazione condotti dal laboratorio
di epidemiologia e biostatistica, formati da partecipanti di
Castellana Grotte coinvolti nel 1985, e poi di Putignano a
partire dal 2005. I dati sullo stato di salute e sulle abitudini
alimentari sono stati raccolti dal 2005 a oggi". "Con la
compilazione di un questionario alimentare - prosegue - è stato
chiesto a tutti di rispondere a domande sulle frequenze di
assunzione di ben 233 alimenti nell'ultimo anno, anche stimando
le dimensioni delle loro porzioni in base a fotografie. Da
questi dati è stato poi calcolato un punteggio per valutare
l'aderenza di ogni partecipante alle caratteristiche della dieta
mediterranea, studiando poi il punteggio in relazione allo stato
di salute. Attraverso un'analisi di sopravvivenza abbiamo
osservato come i soggetti che non seguivano la dieta
mediterranea o che la seguivano parzialmente vivevano
rispettivamente circa 9 e 5 anni in meno rispetto al gruppo dei
più aderenti che hanno fatto di questo modello alimentare un
vero e proprio stile di vita".
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