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Anffas,stop riforma concorrenza per sanità più vicina a disabili

Anffas,stop riforma concorrenza per sanità più vicina a disabili

Ottima sospensione normativa,ma sfruttare il tempo per revisione

ROMA, 10 gennaio 2025, 16:07

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Una fase di transizione attiva verso un sistema sanitario e sociosanitario più prossimo ai bisogni delle persone con disabilità e con fragilità". E' quanto auspica Anffas, l'associazione di famiglie con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, accogliendo positivamente la sospensione fino al 31 dicembre 2026, con la legge 193/24, della normativa in materia di concorrenza che "non fa distinzione tra enti profit e no profit".
    Nel mirino del'Anffas, in particolare, c'è il decreto del ministero della Salute del 19 dicembre 2022, attuativo della legge 118 del 2022, "che spinge verso una maggiore competitività e trasparenza nel pregresso sistema di affidamento dei servizi nel settore sanitario e sociosanitario. Però senza fare alcuna distinzione tra gli enti profit e no profit". Tale riforma, sottolinea l'associazione, "prevede, infatti, selezioni periodiche basate su criteri oggettivi per accreditare le strutture private, promuovendo efficienza e qualità. "Ma tale apparente positiva finalità - aggiunge l'Anffas - suscita non poche preoccupazioni per l'impatto sulle realtà del Terzo Settore (di fatto verrebbero ad essere poste sullo stesso piano degli Enti Profit), che da sempre svolgono le loro attività nei diversi servizi socio sanitari con prestazioni rivolte a persone con disabilità ed altre fragilità, senza alcun fine di lucro, spesso sobbarcandosi oneri e responsabilità non di loro diretta spettanza". Alla luce delle difficoltà da più parti manifestate, sia in termini applicativi che di impatto sugli Enti di Terzo Settore, con l'articolo 36 della Legge n. 193/24, "è stata opportunamente sancita dal legislatore la sospensione temporanea (fino al 31 dicembre 2026) di tali disposizione". La sospensione - fortemente voluta e sostenuta da Anffas - consente, oggi," di avere più tempo per mettere mano ad una revisione normativa che risulta maggiormente organica che tenga conto del particolare 'status' degli Ets in riferimento agli istituti dell'accreditamento istituzionale e dei conseguenti accordi contrattuali". Si tratta, conclude Anffas, di "un'imperdibile occasione per ripensare, entro il 31 dicembre 2026, il sistema di accreditamento in una chiave più inclusiva, sostenibile e meno mercatile, almeno per quanto riguarda la specificità del Terzo settore".
   

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