Un linguaggio giornalistico
inclusivo e rispettoso dell'identità e dei diritti delle persone
con disabilità. Quali sono le 'parole giuste' per una
rappresentazione non stereotipata, fuori da ogni forma di
pietismo e di sensazionalismo. Il Testo Unico dei doveri dei
giornalisti, le carte deontologiche e la legge sulla privacy
disegnano i confini entro i quali i giornalisti e le
giornaliste, nell'esercizio del diritto di cronaca, si muovono
nel rispetto dei diritti delle persone, ma manca un sistema di
regole deontologiche alle quali fare riferimento e che sia da
supporto per andare oltre una visione preconfezionata della
disabilità e per eliminare dal racconto dei media stereotipi e
pregiudizi.
Un vuoto normativo nel quale si inserisce il lavoro del
gruppo Carta di Olbia - composto dalle giornaliste di Giulia
Sardegna, Susi Ronchi, Caterina De Roberto, Vannalisa Manca e
Francesca Arcadu, quest'ultima anche vicepresidente Uildm
Sassari, da Veronica Asara presidente dell'Associazione
SensibilMente Olbia e dall'avvocata Sara Carnovali - che sulla
scia di due corsi a Olbia, uno a Cagliari e uno a Sassari ha
elaborato una proposta di norme deontologiche, presentata nel
dicembre del 2022 al presidente nazionale dell'Ordine dei
giornalisti Carlo Bartoli.
Il gruppo ha anche partecipato, con un proprio contributo dal
titolo "La discriminazione multipla, alla recente pubblicazione
diffusa in pdf "Comunicare la disabilità. Prima la persona",
curata dal Coordinamento pari opportunità del Consiglio
nazionale dell'OdG.
Giulia giornaliste Sardegna e l'Ordine regionale dei
giornalisti ripropongono il corso di formazione a Cagliari, in
programma mercoledì 22 maggio dalle 14 alle 17 nella sede del
rettorato dell'Università, quinta tappa di un cammino iniziato a
Olbia a dicembre del 2019. L'obiettivo è quello di individuare
un ambito di riflessione e di analisi concreta sui modelli
preconfezionati di rappresentazione mediatica capaci di
condizionare la percezione sociale della disabilità e il
pensiero comune influendo anche sulle vite delle stesse persone
con disabilità, a volte definite 'meno fortunate o speciali'.
Fondamentale è quindi l'uso di un linguaggio adeguato e
rispettoso in armonia con quanto previsto dalla Convenzione Onu
sui diritti delle persone con disabilità e con una speciale
attenzione ai temi della discriminazione multipla alla quale
sono soggette le donne con disabilità e - per associazione - le
caregiver. Ai giornalisti sono riconosciuti 5 crediti formativi
deontologici.
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