A 73 anni non molla di un
centimetro. Capelli lunghi blu d'ordinanza, la gambe
orgogliosamente in mostra, Loredana Bertè si conferma la regina
rock del festival. Neanche troppo a sorpresa, alla fine della
prima serata, si è (ri)scoperta la preferita della sala stampa.
In vetta nella prima classifica con il brano Pazza, da lei
scritto con Luca Chiaravalli, Andrea Bonomo e Andrea Pugliese.
"Ringrazio veramente tutti: la stampa, le radio e il pubblico
che ha accolto così questa canzone - dice all'ANSA. Son venuta
al Festival perché volevo che Pazza diventasse di tutti e dopo
il primo passaggio la risposta è stata così grande che mi ha
spettinato!".
Un brano, tra rock e sonorità anni Ottanta, struggente e
liberatorio, che racconta la Bertè artista e la Loredana
persona, un urlo gridato in faccia al mondo, che non sempre le
ha voluto bene, per affermare se stessa, nonostante tutto,
nonostante tutti. Per assolvere e assolversi, con la dedica a
tutti coloro che lottano contro i pregiudizi e che non hanno
paura della diversità. "Tante volte mi hanno detto sei pazza, in
modo serio o ironico, quindi questa canzone mi somiglia e la
canto nel segno della libertà, quella di essere sempre se stessi
- continua l'artista che quest'anno celebra 50 anni di carriera,
con il primo disco, Streaking, uscito nel 1974 censurato per i
contenuti espliciti -. Il brano è autobiografico sì, ma nello
stesso tempo universale, per tutti i folli liberi. Credo di non
dover dimostrare più nulla, e non la considero come una rivalsa,
ma l'ennesima conferma che il pubblico non mi ha mai
abbandonato".
"La mia storia lo dice: sono sempre dalla parte dei giovani e
mi è sempre piaciuto buttarmi in collaborazioni con artisti,
autori e musicisti". Lo fa anche al festival, nella serata delle
cover, chiamando accanto a sé Venerus, "un giovane di grande
talento, un artista geniale", con Ragazzo Mio di Luigi Tenco.
"Realizzo uno dei miei sogni: far conoscere Tenco con una sua
canzone che parla proprio di rapporti tra le generazioni. Un
omaggio che da anni volevo fare". Con una versione del brano a
lei molto cara, quella con l'arrangiamento di Ivano Fossati, già
cantata nel 1984 per l'album Savoir Faire.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA