(di Maria Grazia Marilotti).
Dalla disperazione della guerra in Mali alla gioia per un lavoro a S'Apposentu, eccellenza nell'alta cucina e anche per la formazione dei giovani. Djime Sidibe, maliano di 23 anni, è giunto a Siddi dopo un'interminabile odissea iniziata con la fuga dalla guerra, poi la traversata della speranza su uno dei tanti barconi carichi di migranti. Ora il ristorante dello chef stellato Roberto Petza lo ha accolto e instradato al servizio in sala.
Parte da questo centro della Marmilla la sua nuova vita.
Sidibe ha un permesso di protezione umanitaria, ha scelto di entrare nel programma Sprar per i richiedenti asilo ed è seguito dall'Ong Gus - Gruppo Umana Solidarietà "Guido Puletti", che da sempre si occupa di cooperazione internazionale, educazione alla cittadinanza mondiale. Il giovane ha partecipato al secondo corso base di cucina organizzato dal Comune di Cagliari e diretto da Petza.
"Nel 2012, quando Al Quaeda iniziò a martoriare Timbuctù e a reclutare i giovanissimi per addestrarli a seminare morte - racconta Sidibe - con mia madre e mia sorellina siamo fuggiti in Mauritania, dopo varie peripezie ho cercato fortuna prima in Algeria e poi in Libia e da qui, senza pagare, sono stato messo su un barcone con destinazione Sicilia, per essere poi mandato nel centro di prima accoglienza di Biella. Sono molto felice di essere stato inserito in questo progetto e sto anche riuscendo a inviare qualche soldo a mia madre e mia sorella. Qui mi trovo benissimo con tutti e sto imparando un mestiere importante. Il contratto scade a metà giugno, ma mi impegnerò perché possa essere rinnovato e punto al rinnovo e all'ottenimento della cittadinanza italiana".
Soddisfazione che investe anche lo chef Petza. "In cucina abbiamo già tante professionalità che arrivano da diverse parti d'Italia e del mondo, come Piemonte, Puglia e Liguria, Giappone, Filippine e Cina, dunque siamo ben felici di dare un'opportunità a Djime".
Sulla stessa linea il direttore dell'Accademia Casa Puddu, Gianfranco Massa: "Abbiamo valutato le possibilità e le potenzialità di crescita emerse durante il corso base - afferma - e visto il merito si è deciso di fare un contratto a tempo determinato. In sala sta mettendo grande impegno nell'imparare il nuovo lavoro e speriamo che possa ancora crescere con noi".
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