Per costruire una struttura residenziale nelle campagne non solo bisognerà possedere una superficie minima di almeno tre ettari, ma occorrerà essere imprenditori agricoli o, in caso di persone giuridiche, aziende che svolgono prevalentemente attività agricola. Lo prevede una norma della Legge casa approvata dal Consiglio regionale, a voto segreto, con 29 sì e 23 no.
A chiedere il voto segreto era stato il capogruppo di Fi Pietro Pittalis, che puntava a far crollare l'intesa raggiunta a fatica nel centrosinistra sul provvedimento. Alla fine i diversi esponenti delle componenti minoritarie dell'alleanza, Cd, Pds, Rossomori e Sel, hanno fatto un passo indietro ritirando gli emendamenti e accogliendo così l'invito dell'assessore dell'Urbanistica, Cristiano Erriu, per rinviare le modifiche sull'agro alle direttive per le zone agricole e alla legge urbanistica. La stessa norma, introdotta con l'ennesimo emendamento sostitutivo totale da parte della Giunta, prevede che negli ambiti costieri, fino all'adeguamento dei Piani urbanistici comunali (Puc) al Piano paesaggistico regionale (Ppr), non si potranno realizzare punti di ristoro. E queste disposizioni sono immediatamente operativa e prevalgono sulle disposizioni dei Puc, a meno che queste ultime non siano ancora più restrittive.
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