di Fabrizio Fois
La scelta per il sito che accoglierà il deposito unico nazionale delle scorie nucleari non vedrà la luce prima del 2016 e la procedura, che sarà lunga e complessa, con un'ampia consultazione dei territori, porterà a varie soluzioni perchè "saranno tantissime le aree individuate in tutta Italia". Rassicurano solo a metà le parole del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, oggi a Cagliari per un convegno promosso dalla Fondazione Banco di Sardegna. Arrivano infatti in una regione che per prima ha alzato barricate preventive contro la possibile ubicazione del deposito nell'Isola, con una miriade di iniziative e proteste che culmineranno il 26 aprile con il "No Nucle day". Galletti ha toccato con mano il dissenso: appena giunto a Cagliari è stato accolto dalla contestazione del comitato "No Nucle e No Scorie", a cui rappresentanti ha subito chiarito che "nessuna decisione è stata presa". Anzi, ha aggiunto, servirà un'ampia consultazione delle popolazioni interessate per procedere nel percorso di individuazione del deposito. I sardi però non si fidano: "non permetteremo che la Sardegna sia la Mururoa del Mediterraneo", avvertono annunciando battaglia: "sarà intifada nazionale". La contrarietà è fuori ma anche dentro il palazzo. Se ne sono fatti portavoce il governatore Francesco Pigliaru, che ha avuto un colloquio a quattr'occhi con il ministro, e il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau: "sarebbe l'ennesima servitù, dopo quelle militari", ribadiscono entrambi. Galletti si è detto pronto a portare a Roma la posizione dell'Isola, ma ha sottolineato che la strada è solo all'inizio, che "non c'è un territorio candidato naturale" e che tantomeno lo è la Sardegna, che anzi, "rispetto ad altre zone, ha un problema in più che è quello del trasporto". "Il mio ministero insieme al Mise - ha ricordato il titolare dell'Ambiente - sta valutando se la Sogin, che ha individuato i siti, ha tenuto bene in considerazione le linee guida che l'Ispra aveva dato. Oggi si sa concludendo il procedimento per l'individuazione di tutti i siti in Italia adatti morfologicamente ad ospitare il deposito. Dopo di che ci sarà una fase di confronto pubblico, che durerà quattro mesi, con tutte le popolazioni interessate. Conclusa questo passaggio - ha spiegato ancora Galletti - ci sarà una conferenza nazionale nella quale, se alcuni comuni vorranno ospitare il sito perché oggi è sicuro e porta posti di lavoro e ricerca, si sceglierà il sito. Se invece non ci dovessero essere popolazioni o comuni interessati, allora ci sarà la nomina di un comitato interministeriale che deciderà il sito, ma sarà tra molti mesi. Personalmente - ha poi detto il ministro - credo che non si arriverà alla costituzione del comitato, ma oggi non lo posso dire".
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