Si chiama "Full time" l'operazione internazionale che ha portato all'arresto di sette persone e al fermo di altre due, tutte di nazionalità romena, accusate a vario titolo di far parte di una banda modulare che dal settembre del 2014 al giugno scorso si è dedicata a tempo pieno all'attività di furto, ricettazione e riciclaggio. Complessivamente le persone indagate sono quindici. Ad effettuare gli arresti sono stati i carabinieri della compagnia di Porto Torres, su mandato del gip di Tempio Pausania, al termine dell'indagine coordinata dal sostituto procuratore Angelo Beccu, iniziata dopo i due furti commessi nel giro di pochi giorni all'Eurospin di Valledoria.
I colpi messi a segno in tutto il nord Sardegna sono 18 e hanno fruttato circa 200 mila euro tra contanti e merce di vario genere, da attrezzi professionali per il "fai da te" a capi di abbigliamento firmati. Le perquisizioni hanno permesso il ritrovamento di 5 mila euro in contanti e 30 mila euro di refurtiva. Come hanno spiegato questa mattina in una conferenza stampa il comandante provinciale dei carabinieri, Giovanni Adamo, il comandante della compagnia di Porto Torres, Romolo Mastrolia, il comandante della tenenza di Valledoria, Andra Asuni, e il pm Beccu, non si esclude un collegamento con il commando che nella notte tra venerdì e sabato ha assaltato l'aeroporto di Alghero e ha portato via il bancomat.
Tre degli arrestati erano a Olbia - dove la banda aveva base e dove ha realizzato il maggior numero dei reati - uno a Londra, uno a Zurigo, uno a Corabia, in Romania, e uno a Occhiobello, in provincia di Rovigo. L'operazione internazionale ha richiesto la collaborazione dell'Europol e l'emissione di tre mandati di arresto europeo. In manette sono finiti: Danut Vaduva, ritenuto il capo della banda, e il suo gemello Florin, Gheroghe "Jonny" Cringus, Sorin Gigi "Soare" Patru, Gabriel Alexandru "Gaby" Atanasoaie, Sever Marian "Tava" Cretulescu e Victor Ionut "Schelet" Micu. Sebbene giovanissimi - i gemelli Vaduva, i più grandi, hanno 32 anni - avevano affinato le proprie tecniche, agivano con movenze militari e ferrea disciplina.
Le indagini hanno richiesto l'impiego di 90 uomini, tra cui le unità cinofile e lo squadrone eliportato dei cacciatori di Sardegna, tra appostamenti, pedinamenti e altre attività rispetto alle quali la banda adottava sempre le più opportune contromisure. Fermate e sottoposte all'obbligo di firma Crina Ionela Ailincai, convivente di Danut Vaduva, e Flori Adriana Vitez, moglie di Gheroghe "Jonny" Cringus. Sono accusate di aver spalleggiato la banda e di averla assistita e supportata, occupandosi di cambiare i soldi rubati e di altre attività di affiancamento.
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