Lione, Parigi, New York, Londra, Firenze e Napoli, tra case d'asta internazionali e antiquari prestigiosi. Sono le tappe del lungo viaggio de "Il seppellimento di Cristo", tavola datata 1520 e dipinta da Pietro Cavaro, pittore cagliaritano di Stampace. Finalmente è tornata a casa, nella Pinacoteca Nazionale di Cagliari, dove si ricongiunge alla "Deposizione" (nella collezione dal 1955 quando Raffaele Delogu la recuperò dalla collezione Antico a Tangeri), aggiungendo un ulteriore tassello per la ricostruzione del Retablo della "Madonna dei sette dolori" di Cavaro, andato disperso alla fine del XIX secolo.
Il dipinto, opera di alta qualità formale e testimonianza della migliore pittura sarda del Cinquecento, è stato presentato alla Pinacoteca a Cagliari dalla direttrice del Polo Museale della Sardegna, Giovanna Damiani, e da Maura Picciau, soprintendente alle Belle Arti e Paesaggio di Sassari.
"Oggi si aggiunge alla Collezione un'opera di straordinario pregio, attribuita al più importante pittore sardo del XVI secolo", ha spiegato Damiani. Ma è Picciau che ha letteralmente inseguito "Il seppellimento di Cristo", fin dalla prima segnalazione della sua presenza in un'importante casa d'Aste a Parigi, la Boisgirard&Associes, nel luglio 2012.
"Andai in Francia - ha raccontato la soprintendente - poi però la tavola venne venduta fuori asta". Il dipinto riaffiorò in Italia, a Napoli, nel 2013, dopo essere passato da Londra e New York. Nel 2014 il Mibact ne deliberò l'acquisto a trattativa privata, dalla Galleria Porcini di Napoli, per 190mila euro. Picciau, infine, ha confessato "l'emozione per una vicenda che ha del rocambolesco ma che, con tenacia, siamo riusciti a far concludere nel migliore dei modi".
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