"I due lavoratori di Ottana sono stati esposti per oltre 23 anni alle inalazioni di polveri o fibre di amianto con concentrazioni superiori ai parametri previsti dalla normativa vigente": questo in sintesi l'esito della storica sentenza dei giudici della Corte d'appello di Sassari che hanno riconosciuto per la prima volta a due ex operai dell'Enichem di Ottana, ora in pensione, Renzo Puggioni e Salvatore Coi, tutti i diritti risarcitori legati all'esposizione della polvere killer.
In una conferenza stampa a Nuoro la presidente regionale dell'Aiea (Associazione italiana esposti amianto) Sabina Contu, con il segretario provinciale della Cgil Salvatore Pinna e il presidente provinciale dell'Anmil (associazione nazionale mutilati sul lavoro) Tonino Secchi, hanno espresso la loro soddisfazione per il verdetto e annunciato le battaglie future. "Questa sentenza per la prima volta dà dignità a questi lavoratori, da anni in lotta per vedere riconosciuti i propri diritti - ha commentato Sabina Contu - e sconfessa l'esito della commissione dell'Inail, che nel 2003 ha attestato che a Ottana c'erano valori di amianto inferiori alla norma. Le consulenze tecniche del tribunale e quelle di parte hanno stabilito invece il contrario.
Già oggi presenteremo formale richiesta all'Inail perché si apra un tavolo tecnico e chiederemo che vengano esercitati i diritti di autotutela per tutti i lavoratori esposti. Sappiano che noi non ci fermeremo ma andremo avanti se servirà fino alla Corte di giustizia europea". La sentenza dei giudici d'appello Maria Teresa Spanu (presidente), Francesca Lupino e Maura Nardin, assicurerà ai due pensionati la maggiorazione della pensione e le cure per la prevenzione.
"Stiamo portando avanti una battaglia disseminata di morti - ha detto Francesco Tolu ex operaio di Ottana e componente dell'Aiea - Il nostro obiettivo è la sorveglianza sanitaria attiva per i lavoratori ed ex lavoratori di Ottana e non solo di Ottana, ma anche il riconoscimento dei diritti, compresi quelli delle vedove, e sono tantissime". "Questo è un problema politico - ha chiarito Salvatore Pinna della Cgil - Pretendiamo che i lavoratori siano tutelati e che vadano avanti le bonifiche, perché dopo 23 anni dalle leggi italiani e europee che vietano l'amianto, da noi l'amianto è ancora in campo".
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