Teatro a Is Mirrionis contro il
gioco d'azzardo. In scena la tragica vicenda di un uomo
dipendente dal videopoker: dalla botta di adrenalina per la
prima vincita al vuoto e all'abbandono (anche della moglie) per
aver perso tutto. Con il drammatico epilogo: il suicidio. Questo
il messaggio forte lanciato dal palco. Ma naturalmente c'è anche
un pò di speranza: anche chi è caduto, può chiedere aiuto e
rialzarsi.
Arte contro la schiavitù delle 'macchinette' o delle puntate
via web: è il senso del progetto "Is Mirrionis, rovinarsi è un
gioco", presentato nell'aula magna della scuola di via Meilogu
con il patrocinio e il sostegno del Comune di Cagliari e della
presidenza del Consiglio regionale della Sardegna e in
collaborazione con la parrocchia di Sant'Eusebio, con l'istituto
comprensivo Mulinu Becciu, Mameli, Ciusa di Cagliari, oltre al
dipartimento di salute mentale della Asl del capoluogo e al
Cedac.
Non solo teatro, ma anche un incontro dibattito con artisti e
insegnanti e con psicologi, esperti e operatori del Serd. E un
concorso poetico grafico per l'ideazione di uno slogan e di una
vignetta più un'iniziativa di crowdfunding per sensibilizzare i
più giovani sui pericoli nascosti dietro il passatempo. "Un
quartiere difficile e complesso, come lo è la realtà
metropolitana - ha sottolineato il direttore artistico Stefano
Ledda, presente con lui anche l'assessore comunale delle
Politiche sociali Ferdinando Secchi - La scuola è il punto
strategico da cui vogliamo partire". Il progetto prevede diverse
iniziative, a cominciare dalla messa in scena di 'Gap, gioco
d'azzardo patologico' con tre appuntamenti al mattino in via
Meilogu dal 30 novembre prossimo.
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