Studenti del Liceo artistico Fabrizio De Andrè di Tempio protagonisti di un flash mob per sostenere un nuovo modello di riabilitazione per chi commette reati nell'ambito della Settimana internazionale della Giustizia riparativa. Ideata dal gruppo di ricerca della cattedra di Psicologia sociale e giuridica del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell'Università di Sassari, l'iniziativa è partita dal Parco delle Rimembranze, poi il corteo si è mosso su largo De Gasperi, corso Matteotti, piazza Italia, via Roma per finire in piazza Gallura, davanti al Municipio.
Sono stati distribuiti i messaggi della Giustizia riparativa, 200 biglietti, arrotolati e legati con un filo rosso di lana, a rappresentare l'unione tra le comunità. Il flash mob si è concluso nella sala di rappresentanza del Comune - presente anche il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Sardegna, Francesco Birocchi - con l'esecuzione della rappresentazione simbolica dal titolo "Legami".
"La giustizia riparativa - spiega Patrizia Patrizia, ordinaria di Psicologia sociale e giuridica all'ateneo sassarese - è un approccio che considera il reato principalmente in termini di danno alle persone e di 'fratture' relazionali che avvengono all'interno di una comunità.
In questa prospettiva si lavora al fine di ottenere un coinvolgimento attivo della vittima, dell'imputato e dell'autore del reato e della stessa comunità, nella ricerca di strategie efficaci per fronteggiare i bisogni e le richieste che emergono nell'evento-reato. Il modello di giustizia riparativa - sottolinea ancora la docente - si propone come risposta all'incapacità dei modelli tradizionali (retributivo-punitivo e rieducativo-trattamentale) di coniugare la duplice e indivisibile esigenza della riabilitazione e della sicurezza sociale, di accogliere la sofferenza prodotta, di risanare il tessuto sociale".
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