Ventidue indagati, tra cui sei ex consiglieri comunali, dieci liste coinvolte in cui sono stati inseriti per ben due volte gli stessi nomi dei firmatari. È la bufera piombata sul Comune di Carbonia, relativa alle elezioni amministrative del 5 giugno scorso.
In questi giorni i carabinieri hanno notificato gli avvisi di garanzia a operai, disoccupati, casalinghe, pensionati, ma anche a sei ex consiglieri: l'ex presidente del Consiglio comunale Ignazio Cuccu, Maria Luisa Poggi, Cinzia Grussu e Roberto Cotza che erano stati eletti nelle file del Pd; Mario Porcu (ex Pdl) e Giuseppe Meletti, che era stato eletto nella lista "Riformare Carbonia".
Sono accusati di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Secondo gli inquirenti, i sei avrebbero sottoscritto liste in cui comparivano nomi falsificati, mentre gli altri 16 sono accusati di aver violato il testo unico delle leggi per la composizione e l'elezione degli organi delle amministrazioni comunali e falso.
L'inchiesta è coordinata dal pm della Procura di Cagliari Giangiacomo Pilia, che ha puntato i riflettori sulle liste civiche che appoggiavano l'allora candidato sindaco Ugo Piano, ma anche il primo cittadino uscente Giuseppe Casti (Pd) in cui erano state segnalate anomalie, poi riscontrate dalle indagini. Nessuna irregolarità, invece, in quelle del Movimento 5 Stelle, estraneo all'indagine avviata dalla Procura, che ha vinto le elezioni con la sindaca Paola Massidda (che aveva superato al ballottaggio il sindaco uscente del Pd, Giuseppe Casti).
L'inchiesta è partita alcuni mesi fa a seguito di una segnalazione ricevuta dalla Prima sottocommissione elettorale che aveva notato le anomalie nelle dieci liste. In particolare era stato riscontrato che alcuni nominativi di cittadini erano ripetuti in più elenchi.
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