Ultimatum dei cacciatori all'assessore regionale dell'Ambiente, Donatella Spano: si proroghi la caccia alle specie migratorie, tordo e beccaccia, dal 19 al 31 gennaio, per tre giornate, altrimenti il mondo venatorio scenderà in piazza sabato 21 con un corteo che dal municipio di Cagliari arriverà in prefettura per chiederà le dimissioni dell'esponente della Giunta. Se non ci saranno novità, come la convocazione del Comitato regionale faunistico entro domani per allungare la stagione in deroga, la protesta di sabato verrà confermata.
A denunciare 'pregiudizi' sui 40 mila cacciatori sardi sono stati gli esponenti di Cpa, Ucs, Federcaccia, Libera caccia, Associazione armieri, Lasc (Libera associazione sarda caccia) e Associazione cacciatori sardi uniti. Secondo Modesto Fenu (Ucs) "i cacciatori hanno dato disponibilità sulla peste suina, per l'antincendio e per il presidio del territorio. Purtroppo ci troviamo davanti ad una vessazione perché la caccia viene vista come un tabù". Il presidente Ucs, Bonifacio Cuccu, ha spiegato che "la caccia crea economia e non siamo in condizioni di perdere neppure un centesimo".
"I funzionari devono applicare le norme - aggiunge Marco Efisio Pisano di Cpa -. Tre anni fa lo ha fatto l'assessore Biancareddu senza incorrere in nessuna sanzione". Ignazio Artizzu per Federcaccia ha tuonato contro "l'inerzia di questa Giunta regionale: ogni giornata di caccia vale 3-4 milioni di euro e la Regione sta contribuendo a rendere ancora più drammatica la situazione". Infine gli armieri stimano una perdita del 60% del fatturato per questa stagione se non interverrà la proroga.
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