Tutti uniti contro la "repressione" del Governo spagnolo e per l'autodeterminazione del popolo della Catalogna, che l'1 ottobre si appresta a votare un referendum sull'indipendenza, già bocciato dalla Corte Costituzionale di Madrid, che l'ha ritenuto illegittimo.
Un gruppo di attivisti di Sardigna Natzione Indipendentzia, Irs Progres, Fronte unidu indipendentista, Rossomori, Sardigna Libera e altri movimenti autonomisti hanno manifestato questa sera davanti al Consolato onorario spagnolo, a Cagliari, per sostenere le ragioni della Catalogna indipendente. Con loro anche il direttore della Generalitat de Catalunya in Sardegna, Joan Elies Adell, arrivato appositamente per l'occasione da Alghero.
Nel frattempo una piccola delegazione di circa 30 indipendentisti sardi, alcuni in qualità di osservatori internazionali, saranno presenti in Catalogna l'1 ottobre per partecipare alle operazioni di voto. "Il diritto fondamentale è quello di decidere cosa fare nel proprio territorio, quindi la sovranità - ha spiegato al megafono Bustianu Cumpostu di Sardigna Natzione - La Sardegna sarà quello che noi vorremmo costruire se avremo il coraggio, come ce l'ha oggi il popolo catalano, di scendere in piazza e così anche noi apriremo una nuova strada".
Cumpostu ha anche sostenuto che "la repressione del governo spagnolo non servirà a niente ma anzi caricherà ancora di più quella volontà di libertà di un popolo".
Il direttore della Generalitat ha spiegato all'ANSA che questo momento viene vissuto dai catalani "con un po' di tensione: non è una situazione che ci piace; ma anche con con calore e con il coraggio che ci viene dalla gente di Sardegna perché tutti ci dicono di andare avanti e che quello che deve vincere è la democrazia, la voglia di poter votare".
Adell ha anche ricordato che "le istituzioni regionali e i piccoli comuni si stanno muovendo, il che significa che la nostra volontà di decidere come popolo si capisce all'estero. Io ho votato via posta e credo che sia meglio restare qui per spiegare alle persone di Sardegna cosa sta succedendo in Catalogna".
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