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Vaccini:Emanuela,mio figlio respinto mi chiede perché

Vaccini:Emanuela,mio figlio respinto mi chiede perché

Profilassi ok, ma manca certificazione Asl. "Sbigottita dal no"

CAGLIARI, 13 marzo 2018, 09:26

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 di Stefano Ambu

E'arrivata a scuola convinta di poter affidare il bambino alle maestre, come sempre. E invece no. È dovuta tornare a casa con il figlio che non capiva e che le chiedeva perché. Motivo? Mancava la certificazione indicata dalla scuola per i vaccini. Roba difficile da spiegare a un bambino che non vede l'ora di giocare con i compagni. È una delle mamme rimandate indietro nel sud Sardegna per il caos degli adempimenti previsti dalla legge entro il 10 marzo. Il problema? Lei i vaccini al figlio li aveva fatti fare tutti. Ed è rimasta sbigottita di fronte a quel no.

"I vaccini erano stati completati a settembre, ma non avevo la certificazione della Asl - racconta all'ANSA Emanuela, mamma di un alunno rifiutato da una scuola dell'infanzia di un centro alle porte di Cagliari - Per questo sono stata invitata a non lasciare il mio bambino di quattro anni e mezzo a scuola. Certo - spiega - io riconosco di non aver provveduto a farmi rilasciare quel certificato dall'ambulatorio. Ma ritenevo che, avendo tra l'altro completato i vaccini con largo anticipo, la mia ottemperanza fosse stata già registrata e comunicata alla scuola. Pensavo che spettasse agli uffici dialogare tra loro". La coscienza, insomma, diceva: "ho fatto tutto". Ma la mamma non aveva fatto i conti con l'applicazione ferrea delle disposizioni previste dalla nuova normativa. "Non sono andata alla Asl semplicemente perché, avendo fatto già una lunga fila per mia figlia a dicembre, non volevo far ripetere quell'esperienza all'altro figlio - si giustifica Emanuela - Ho pensato: basterà il libretto di vaccinazioni. Alla fine ho portato anche quello a scuola. Ma non c'è stato verso.

Certo, oggi avrei voluto evitare che tutto questo accadesse davanti agli occhi di mio figlio: sarebbe bastata magari una sollecitazione qualche giorno prima". Alla fine la mamma è stata costretta a cedere. "Sono andata alla Asl - racconta ancora all'ANSA - e ho ottenuto la certificazione finale. Ora è tutto concluso. Ma è un'esperienza che avrei volentieri evitato: a un certo punto sono comparsi anche due vigili urbani. Il mio non è un caso isolato: so che ci sono stati episodi analoghi". Il Comune difende la scelta dell'istituto: scuola modello, non c'era altra scelta. Corretta applicazione della legge, insomma. Ma la mamma replica: "Si sarebbe potuto fare qualcosa per evitare che si arrivasse a quello che è successo oggi".

 

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