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Lotta corruzione, serve scossa coscienze

Lotta corruzione, serve scossa coscienze

Misure contrastato passano anche da formazione giovani studenti

CAGLIARI, 03 maggio 2018, 14:42

Redazione ANSA

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di Stefano Ambu

Bustarelle, tangenti e mazzette: di corruzione, non con questi termini, ne parlava anche Aristotele, ma dalla filosofia antica a 'Mani pulite' le cose non sono cambiate molto. Un tema trattato dal punto di vista storico culturale e religioso. Ma anche da prospettive più "pratiche", quelle della Procura, della Guardia di finanza e della Corte dei conti. Sono stati gli argomenti sviscerati nel corso di un convegno organizzato dall'Università di Cagliari dal titolo "Corruzione, antitesi della coscienza civile".

Marco Cocco, sostituto procuratore di Cagliari, ha aperto il suo intervento con due domande: "Perché i casi di corruzione approdano raramente in tribunale? C'è una cifra oscura che non arriva mai in tribunale? Il contrasto alla corruzione è essenziale: lo dicono ragioni etiche ed economiche - ha chiarito il magistrato - Con l'accordo corruttivo, i protagonisti stringono un patto di acciaio. La gestione illegale del bene pubblico ha carattere di sistema: interi apparati vengono coinvolti. È un sistema che ha delle regole che vengono rispettate con la consegna del silenzio: riguarda i protagonisti ma anche le vittime, ad esempio l'imprenditore, scoraggiato alla denuncia per la paura di essere magari tagliato fuori da futuri appalti". La tangente? "Inafferrabile - ha ammesso Cocco - la mazzetta ora non viene consegnata a mano, le strade sono difficilmente reperibili, mascherate anche da incarichi di consulenza. Altre utilità che sostituiscono la vecchia mazzetta? Favori sessuali o posti di lavoro".

Da qui i suggerimenti del magistrato per i possibili rimedi. "Favorire la dissociazione e tutelare il denunciante dalle possibile ritorsioni, quindi promuovere le indagini sui reati spia", ha spiegato. La Corte dei conti ha evidenziato i riflessi economici. "Imprese sane e nuove attività rischiano di essere tagliate fuori - ha detto Antonietta Bussi, procuratrice regionale per la Sardegna - Ma pensiamo anche al mobbing subito da chi non ci sta". La Guardia di Finanza è in prima linea nella battaglia. "La corruzione non è un profilo esclusivo della pubblica amministrazione o della politica, ma della società", ha sottolineato Bruno Bartoloni, comandante regionale della Fiamme gialle.

Un approccio "scientifico" che non va molto lontano da quello indicato dalla rettrice Maria Del Zompo. "Ognuno di noi - ha detto introducendo i lavori - nasce in un certo modo, che ci condiziona. Ma tutto quello che accade intorno a noi fin dalla nascita può modificare la reazione dei nostri geni: l'ambiente può fortemente condizionare il nostro comportamento". L'ateneo del capoluogo ha messo al centro il tema etico dell'anticorruzione grazie a un ciclo di seminari che ha coinvolto 143 studenti appartenenti a diversi corsi di laurea.

Il preside della Facoltà pontificia della Sardegna Francesco Maceri ha ammonito: "Attenzione al buonismo, corruzione della bontà sottrae il male alla vista non lo corregge e non lo ferma". Una possibile strada da percorrere? "Contro la corruzione sono importanti i processi di formazione permanente anche con il contributo dell'Università", ha argomentato Francesco Carta, ordinario di storia della filosofia.

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