Calik non è più in pericolo di vita, ma ci vorrà del tempo prima che possa riprendersi completamente. Dall'ospedale didattico veterinario dell'Università di Sassari arrivano notizie incoraggianti sul cane chiuso in un sacco, lanciato da un ponte ad Alghero il 10 giugno e salvato da un pescatore che era lì per caso. "Lo abbiamo operato, stabilizzando una brutta frattura, e sta facendo progressi - racconta Maria Lucia Manunta, direttrice dell'ospedale di via Vienna - Ora riesce a fare piccoli passi con le zampe posteriori che prima dell'intervento chirurgico erano completamente paralizzate".
L'imponente pastore maremmano, un cucciolone di 28 chili e meno di un anno di età, era stato subito trasportato nelle strutture ospedaliere del Dipartimento di medicina veterinaria dell'ateneo di Sassari in virtù di una convenzione con l'Ats-Asl sassarese. Accordo che prevede un servizio di pronto soccorso per cani randagi operativo 24 ore su 24. "Per noi questi interventi sono all'ordine del giorno - spiega Manunta - Ogni anno accogliamo circa 150 cani. Dal 2010, ne abbiamo trattato 900". Fondamentale il lavoro degli studenti universitari, non solo nelle cure degli animali, ma anche negli sforzi fatti per far adottare i quattrozampe sfortunati. Nel caso di Calik però non c'è stato bisogno del passaparola perché il giorno dopo l'incidente è arrivata immediata una richiesta di adozione.
Avendo subito un trauma maxillofacciale, con lesioni al globo oculare, Calik (dal nome dello stagno presso il quale si è consumata la sua sventura) ha avuto bisogno fin dall'inizio di antibiotici e analgesici, e dovrà continuare la terapia, rimanendo protetto all'interno dell'ospedale per almeno altri 20 giorni. "Era molto spaventato quando è arrivato. Per prima cosa abbiamo dovuto conquistare la sua fiducia", racconta la direttrice dell'ospedale. Probabilmente ha subito violenze ripetute. Il maltrattamento degli animali è un reato punito con la reclusione fino a 18 mesi e la multa fino a 30mila euro.
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