Nessun episodio di razzismo e nessuna indifferenza dei passanti: è quanto sembra emergere dalle prime indagini degli agenti della squadra mobile di Sassari sull'aggressione davanti a un bancomat denunciata da una ragazza originaria della Nigeria. Le versioni su quanto accaduto davanti all'ufficio postale di via Bogino sono stati differenti sin dall'inizio. Da una parte la giovane extracomunitaria, che ha parlato di un'aggressione a sfondo razziale: "Ci sono prima io, tornatene nel tuo Paese", queste le frasi attribuite al giovane che l'ha picchiata a causa di un mancato rispetto della fila per ritirare i soldi. Dall'altra il presunto aggressore, un trentenne sassarese che, esibendo doversi traumi provocati da morsi, graffi e pugni, ha fornito ai poliziotti, che lo hanno convocato in Questura, una versione opposta della vicenda, sostendo di essere stato lui la vittima.
A supporto della sua ricostruzione, alcuni testimoni raccontano che il ragazzo avrebbe strappato la tessera bancomat dalle mani della nigeriana per esortarla, con modi tutt'altro che gentili, a ultimare in fretta le operazioni allo sportello automatico. Questo avrebbe scatenato la reazione della giovane e la successiva colluttazione tra i due. Le persone che hanno assistito allo scontro sarebbero poi intervenute per separare i due litiganti.
Su questa nuova versione dei fatti indaga la squadra mobile: oltre alle testimonianze dirette di chi ha assistito alla lite, gli investigatori possono contare sulle immagini registrate dalla videocamera di sicurezza puntata sul bancomat. Dopo la violenza discussione, la ragazza africana, che vive in città da diverso tempo, è stata accompagnata al pronto soccorso dove le sono stati assegnati cinque giorni di cure. In sua difesa si è schierata la Rete delle associazioni impegnate nel sociale.
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