Un tir lungo 14 metri con la scritta "Basta Tirrenia" su un lato, dietro una colonna di altri sette autoarticolati che lo seguiranno attraverso le strade dell'Isola sino a Porto Torres. Il leader di Unidos, Mauro Pili, ha dato il via alla "Marcia per la libertà della Sardegna contro gli abusi e i soprusi della compagnia - spiega - che prende 73 milioni di euro dallo Stato per un sevizio scadente". Al Molo Rinascita del porto di Cagliari l'ex deputato parla di "navi vecchie di 40 anni, che si fermano in mezzo al mare per black out, costi alle stelle dall'estate all'inverno".
Non solo: "Nonostante i 73 milioni, l'armatore Onorato ha un debito di 180 milioni di euro con lo Stato - attacca Pili - i giudici devono sequestrarli prima che sia troppo tardi e nel contempo bloccare qualsiasi pagamento dei 73 derivanti dalla convenzione". L'ex governatore lancia un appello anche al ministro Toninelli affinché convochi al più presto un tavolo con gli operatori sardi del trasporto per bloccare gli aumenti del 50% che scatteranno dall'1 novembre.
Nell'Isola la marcia durerà tre giorni: prima tappa a Sardara, a seguire Tramatza; domani si continua verso Olbia e domenica alla volta di Porto Torres. Qui, dice Pili, "se nel frattempo non avremo ricevuto una convocazione da parte di Toninelli, ci imbarcheremo per Genova, per procedere verso Milano e riscendere in direzione Roma dove la prossima settimana è prevista la consegna al titolare delle Infrastrutture delle 60mila firme raccolte per dire basta a Tirrenia".
E poi: "il ministro eviti che questa nostra mobilitazione assuma i connotati di una dura protesta. Già 4 anni fa fummo costretti a bloccare porti e navi per fermare un'altra escalation di aumenti di Tirrenia. Non costringeteci a gesti duri e decisi". La marcia, ribadisce Pili, "è una azione di libertà contro gli abusi che negano il diritto sacrosanto dei sardi di muoversi alla pari di ogni altro cittadino italiano ed europeo".
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