Regione Sardegna e Governo aprono un nuovo confronto sulla partita degli accantonamenti, vale a dire le risorse che l'Isola è chiamata a versare nelle casse dello Stato per contribuire alla finanza pubblica del sistema Paese. Al centro di un'aspra vertenza che la Giunta Pigliaru ha aperto da tempo con l'Esecutivo centrale, forte di una serie di sentenze della Corte Costituzionale, il 'nodo' è stato affrontato a Roma in un primo vertice al ministero degli Affari regionali, presenti al tavolo il governatore Francesco Pigliaru, l'assessore al Bilancio Raffaele Paci e il direttore della Ragioneria Generale dello Stato Salvatore Bilardo.
La Regione ha ribadito il rifiuto di pagare i 285 milioni di euro richiesti e il Governo si è impegnato a convocare nei prossimi giorni un altro vertice con la ministra Erika Stefani e il sottosegretario all'Economia Massimo Garavaglia. Sarà questa l'occasione per raggiungere un'intesa sulla cifra che la Sardegna dovrà versare. Secondo le indicazioni arrivate dal ministero, l'accordo dovrà essere sottoscritto prima che Stato e Regione approvino le rispettive leggi finanziarie.
Secondo il ricalcolo degli uffici romani, l'isola dovrebbe pagare complessivamente 536 milioni di euro, compresi i 258 milioni che Pigliaru e Paci avevano annunciato di non versare per il 2019. Per i vertici della Regione "una vera e propria truffa dello Stato ai danni della Sardegna, una furbizia inaccettabile che ci impone prelievi non più dovuti e ci sottrae risorse indispensabili per le nostre politiche di sviluppo".
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