di Maria Giovanna Fossati
La vestizione del costume fonnese e la preparazione dei piatti tipici, i presepi in ogni angolo a evocare il Natale e persino una anticipazione del carnevale con gli Urthos, Buttudos e sas mascheras limpias vestiti con le pelli di pecora, che si potevano incontrare nelle vie, sui balconi aggrappate ai pali. E' stato questo il clima che si respirava a Fonni, per il weekend dell'Immacolata, l'8 e 9 dicembre, alla manifestazione itinerante di Cortes Apertas. Anche il freddo pungente ha fatto da cornice all'evento all'interno del circuito Autunno in Barbagia, promosso dalla Camera di Commercio di Nuoro e dall'Aspen. Un freddo che nel paese più alto della Sardegna, con i suoi mille metri, ha fatto sperare in qualche fiocco di neve. Il borgo barbaricino è stato preso d'assalto da migliaia di visitatori, così come Ortueri, il paesino del Mandrolisai di 1200 abitanti, alla sua seconda edizione di Autunno in Barbagia( in attivo da 23 anni) e che ha registrato un'ottima presenza di visitatori.
"Fonni è stata una esperienza straordinaria perché è uno di quei posti dove l'ospitalità insieme alla bontà dei prodotti tipici e alla capacità di coinvolgerti dentro le loro tradizioni, la senti di più - ha raccontato all'ANSA Lucia Accardo, chef di Quartu Sant'Elena, che ha vissuto un fine settimana nel paese barbaricino - E' una di quelle comunità che non fa una rappresentazione di sé ma ti offre uno spaccato della sua vita reale sia quando i pastori cucinano il formaggio al fuoco e te ne offrono un po' che quando ti invitano a pranzo in una delle loro Cortes anche se non ti conoscono". Bene anche l'organizzazione con 61 cortes e la rappresentazione di antichi mestieri. "Le maschere tradizionali erano ovunque insieme ai gruppi folkloristici e tanti falò per riscaldarci - ha spiegato ancora - Ottimi i cibi tradizionali nei punti ristoro: dai salumi ai formaggi ai savoiardi e a s'aranzada fatta con la buccia di arancia. Un'accoglienza strepitosa che ti fa entrare in un borgo d'altri tempi ma che hai il privilegio di vivere adesso".
Se Fonni ha riconfermato il suo tradizionale appuntamento, per Ortueri invece è stato un modo per riscoprirsi e valorizzarsi: "Ci siamo messi in gioco essendo un paese penalizzato sia dal punto di vista geografico, ma anche per l'assenza di una amministrazione comunale - ha sottolineato Paola De Serra presidente del comitato organizzativo - e ci siamo riusciti alla grande: abbiamo coinvolto tutta la comunità e siamo riusciti ad allestire 60 cortes". Gli organizzatori hanno puntato sul vino ("abbiamo tre cantine in paese e persino l'associazione Sos Magasineris, dove si produce vino con i metodi antichi dei nostri avi") e sulla partecipazione intorno al fuoco di Sant'Antonio dove hanno sfilato le maschere tradizionali Sos sonaggios e S'Urzu, vestiti di elli di pecora e con le facce tinte di nero. "Abbiamo avuto inoltre tantissimi espositori di prodotti realizzati col sughero, altra risorsa naturale del paese - ha aggiunto - Autunno in Barbagia ci ha permesso di credere di più in noi stessi e di farci conoscere ai visitatori che hanno potuto scoprire un angolo della Sardegna che forse non conoscevano"
Riproduzione riservata © Copyright ANSA