"Il settore idroelettrico in Sardegna ripiomba improvvisamente nell'incertezza più totale, mettendo in discussione importanti investimenti già pianificati da Enel e precarizzando circa 100 posti di lavoro diretti e numerosi altri dell'indotto". Lo denunciano Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec parlando di una "grave situazione che si verrà a creare a partire dall'1 gennaio 2019 con il trasferimento all'Enas, deciso unilateralmente dalla Giunta regionale, delle dighe Enel del Taloro, del Coghinas e del Flumendosa con annessi gli impianti di produzione di energia elettrica". Per questo motivo è stato organizzato un sit in, il prossimo 20 dicembre, davanti alla sede della presidenza della giunta a Villa Devoto.
Subito dopo l'emanazione della delibera, il 18 ottobre, i sindacati hanno chiesto un incontro chiarificatore con la Regione, ma dopo settimane di "inutile attesa" l'incontro non è stato ancora convocato. Nel frattempo, la Regione il 20 novembre ha emanato i decreti del presidente della Giunta che procedono nel percorso intrapreso "che - spiegano le segreterie di categoria - oltre a centinaia di posti di lavoro, rischia di mandare in fumo gli investimenti programmati dall'Enel sul territorio sardo che solo nel 2019, tra diretti e indiretti, ammontano a circa 8 milioni di euro. Senza contare il fatto che il trasferimento degli impianti all'Enas causerebbe il mancato versamento ai Comuni di circa 4 milioni di imposte locali (IMU)".
"Come organizzazioni sindacali di categoria esprimiamo il nostro dissenso rispetto a questo modo di fare della Regione Sardegna - commentano i segretari di Filctem, Flaei e Uiltec -.
Non è certo con azioni di forza come questa che si affrontano adeguatamente le prospettive di sviluppo della nostra Regione. La mobilitazione dei lavoratori direttamente interessati è ormai inevitabile per contrastare queste dannose iniziative, assunte peraltro proprio al termine della legislatura regionale".
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