La Giunta vara la riforma del trasporto pubblico locale non ferroviario approvando un disegno di legge che prevede un bacino unico territoriale con più lotti di affidamento. Il provvedimento, varato su proposta dell'assessore Carlo Careddu, passa ora all'esame dell'Aula, ma i sindacati - Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt, Faisa-Cisal e Ugl - sono già sul piede di guerra e annunciano battaglia che potrebbe portare anche ad uno sciopero regionale del settore. Il testo, composto da 15 articoli, viene approvato dopo una lunga attività di confronto e un'analisi trasportistica condotta da un advisor tecnico selezionato con procedura pubblica di gara. Secondo la Giunta, il disegno di legge deve necessariamente recepire le norme nazionali e Comunitarie relative al settore nonché il regolamento europeo che prevede un periodo transitorio.
Nel territorio regionale sarà istituito "un unico bacino per i servizi di trasporto pubblico locale terrestre non ferroviario ed il relativo ente di governo, per operare attraverso gli istituti della concertazione e della programmazione negoziata". Per le spese di funzionamento dell'Ente di governo è presvito lo stanziamento annuale di un milione di euro dal 2019.
"Con questo provvedimento la Giunta definisce un percorso lungo e complesso iniziato più di un anno fa - dice Careddu -, recepisce tutti gli obblighi di legge e fornisce un contributo all'assemblea legislativa per concludere la riforma di un settore nevralgico per tutti i cittadini della Sardegna". Per i sindacati, invece, si tratta di una proposta che, "polverizzando il bacino unico in lotti, mette a rischio posti di lavoro e qualità del servizio, ma non mette a rischio la moltiplicazione delle poltrone da attribuire ai vari Cda. Invitiamo il Consiglio regionale - aggiungono - a rigettare questa pessima e pasticciata proposta, che ha l'unico non nascosto obiettivo di raccogliere consensi elettorali, senza dare alcuna risposta alla garanzia di qualità ed efficienza di mobilità ai cittadini sardi".
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