Il governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru, scrive un'altra volta al premier Conte. Oggetto: la revisione del contributo della Regione finalizzato a coprire il debito pubblico nazionale. Il presidente della Giunta ricorda che la finanziaria 2019 appena approvata non prevede i 285 milioni di accantonamenti richiesti perché la stessa Corte Costituzionale dice che non sono più dovuti a partire dal prossimo anno. La nuova lettera di Pigliaru fa seguito a quella del 3 dicembre inviata alla ministra degli Affari regionali Erika Stefani, con la quale si sollecitava il Governo a convocare un nuovo confronto "come promesso in occasione del tavolo del 20 novembre scorso".
Da allora, fa notare il governatore, "non ha fatto seguito alcun riscontro". Nel frattempo, sottolinea Pigliaru, "il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato definitivamente la manovra 2019-21". E adesso, avverte, "auspichiamo che nel corso dell'attuale esame al Senato del disegno di legge di Bilancio 2019 il Governo possa, in attuazione della sentenza della Consulta, rideterminare l'ammontare degli accantonamenti escludendo i 285 milioni".
Sul punto interviene anche l'assessore regionale al Bilancio, Raffaele Paci: "Dal Governo non è mai arrivata una sola proposta concreta, e questa non è leale collaborazione fra Stato e Regione. Così non si può andare avanti". Se poi la Finanziaria nazionale dovesse prevedere i 285 milioni, "la impugneremo nuovamente - annuncia Paci - sarebbe la quarta di fila, loro impugneranno la nostra e andremo avanti così all'infinito. Non ci fermiamo, continueremo a lottare finché il Governo gialloverde non uscirà allo scoperto e ci darà una risposta".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA