"Ci inginocchiamo davanti ad Alghero e a questa grande dimostrazione di solidarietà". Giuseppe Fiori, lo zio più grande e padrino di Michela, la donna strangolata a morte dal marito la mattina del 23 dicembre, lo dice a nome di tutta la famiglia. Il fratello del padre della vittima ha trascorso l'intera giornata tra burocrazie, avvocati, la camera ardente allestita nella chiesa del Santissimo Nome di Gesù e i preparativi del funerale, che sarà officiato sabato alle 10.30 nella cattedrale di Santa Maria dal vescovo di Alghero e Bosa, Mauro Maria Morfino, con partenza del corteo alle 9.45.
"Noi non vogliamo ringraziare Alghero, noi ci inginocchiamo davanti a questa comunità e alla vicinanza che ci ha manifestato - ripete Giuseppe - Nel giorno di Natale, la festa che tutti aspettiamo per un anno e che per noi è stata terribile è stato confortante l'incredibile abbraccio di Alghero, che ha sinceramente, spontaneamente e sentitamente condiviso il nostro grandissimo dolore".
Quell'abbraccio, assicura, "per noi è stato davvero importante, quella dimostrazione di affetto è anche e soprattutto per Michela". Il capo della famiglia distrutta dal dolore ringrazia soprattutto il vescovo Mauro Maria Morfino per la visita nella casa di campagna dove a Santo Stefano ha radunato tutta la famiglia. "È stato davvero un bel gesto, ci ha rincuorato e ci ha fatto bene", confessa.
Un ringraziamento speciale anche al sindaco Mario Bruno. "Si è mostrato di una umanità straordinaria - racconta ancora zio Giuseppe - mi chiama diverse volte al giorno, è sempre presente, si è dato da fare per il corteo di Natale e per le iniziative a sostegno dei ragazzi". Il riferimento è ai figli di Michela Fiori. "Ora dobbiamo concentrarci su di loro, vogliamo che ci diano grandi soddisfazioni negli studi. Li seguiremo sempre - promette - e non li perderemo mai di vista".
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